domenica 29 marzo 2009

La memoria negata di Portella della Ginestra


Nell’anniversario della strage di Portella della Ginestra, è importante non solo ricordare la tragicità dell’evento e omaggiare la memoria dei caduti, ma anche ricollocare questo episodio all’interno di un contesto storico, in modo tale da gettare luce sulla prima pagina buia dell’Italia repubblicana. Quella di Portella della Ginestra può essere considerata la prima “strage di stato” dell’Italia del dopoguerra e rappresenta un modello che si è tragicamente ripetuto nei massacri che hanno insanguinato il nostro paese nei decenni successivi. La strage siciliana è l’emblema di un clima politico e istituzionale fatto di connivenze, coperture e alleanze che ha segnato la storia dell’Italia Repubblicana.
Il primo maggio 1947, in occasione della festa dei lavoratori, circa duemila persone, in gran parte contadini, si riunirono nella vallata di Portella della Ginestra, nei pressi di Palermo, per manifestare contro il latifondismo e festeggiare la vittoria dei partiti di sinistra raccolti nel Blocco del popolo nelle prime elezioni regionali del 20 aprile. Improvvisamente la folla venne colpita da raffiche di mitra provenienti dalle colline circostanti. La carneficina durò un paio di minuti e lasciò senza vita 11 persone, tra cui due bambini, mentre i feriti furono 27.
La verità giudiziaria si è limitata a individuare gli esecutori materiali della strage negli uomini del bandito Giuliano. Le indagini furono compromesse dalla volontà di una parte delle forze di governo di escludere la pista della strage politica e di non rintracciare i mandanti. In realtà la storia di Portella della Ginestra si intreccia con una serie di dinamiche che in quegli anni stavano maturando a livello locale, nazionale e internazionale nell’ambito di una guerra fredda già determinante. A partire dal 1946 gli Stati Uniti assumono una posizione più oltranzista nei confronti dell’Italia, che aveva una valenza geopolitica di pilastro anticomunista in Europa. La strage è la conseguenza di un patto segreto tra le forze più potenti in quel momento: i servizi segreti americani, la chiesa e il partito ad essa legato, alcuni uomini legati al fascismo e la mafia, incaricata di controllare il territorio e manovrare il banditismo. Alcune carte dell’Oss (Office of Strategic Services) desecretate rilevano un’intensa attività da parte dell’intelligence americana volta a recuperare, addestrare e spedire in Sicilia alcuni esponenti del fascismo italiano, in particolare gli uomini della decima Mas del principe Junio Valerio Borghese.
Nel 2004 i familiari delle vittime hanno chiesto la riapertura dell’inchiesta sulla strage. Ma la verità è ancora lontana. Per questo è importante ricordare e recuperare la memoria negata e perduta della carneficina che ha segnato una prima svolta nella storia d’Italia. Portella della Ginestra ha aperto una strada che è stata più volte drammaticamente ripercorsa nella storia del nostro paese. Si tratta di un preludio a quella strategia della tensione che insanguinerà l’Italia venti anni dopo, ma le cui radici vanno ricercate nel periodo postbellico. I semi di ciò che verrà sono già presenti e hanno attecchito. Dove fallisce la verità giudiziaria, la verità storica può pareggiare i conti e rendere giustizia ai morti e ai sopravvissuti. Sul piano storico è importante rilevare l’intreccio tra mafia, banditismo e politica, consapevolmente utilizzato sul piano locale, nazionale e internazionale nel nuovo clima della guerra fredda. Stabilire la verità storica di Portella della Ginestra può contribuire a chiarire il corso degli eventi futuri che hanno segnato il nostro paese e porre un primo mattone per restituire una memoria troppe volte negata.

6 commenti:

  1. bello.. vai avanti così!
    (e magari ogni tanto anche noi qualche notizia su minni e topolino:-)

    baz, L.

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  2. io non condivido l'articolo ma sosterrò il tuo blog in gesto di distensione

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  3. Amour! Ti ho aggiunta ai miei link, e ti amooooo!

    Non riesco ancora a credere che questa Francesca versione 2.0 sia effettivamente realtà... ma ne sono contento! :D

    Mo' te manca solo Feissbbuk.
    Love.

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