lunedì 16 marzo 2009

Donne e Immigrazione 2


Seduta alla sua scrivania, Anna Stanescu parla piano, ma con grande determinazione. È arrivata in Italia 15 anni fa e ora è una delle dieci donne straniere che gestiscono la comunità “Risvolti”, occupandosi di mediazione interculturale, assistenza domiciliare e socializzazione per gli anziani. “Sembra essere passato tanto tempo dal mio arrivo – ricorda Anna –. Gli inizi non sono stati facili. Ho lasciato la Romania a 26 anni, insieme a mio marito e ai nostri due figli, non tanto a causa di difficoltà economiche quanto per la mancanza di prospettive. Era il periodo successivo alla rivoluzione, ma la grande svolta che ci aspettavamo non arrivava e cominciavano a vedersi i lati peggiori del capitalismo selvaggio che si andava affermando”.
Dopo un primo periodo di instabilità e smarrimento, Anna partecipa a un corso per la creazione di impresa sociale da parte di donne straniere in seguito al quale, nel gennaio 2001, nasce la cooperativa “Risvolti”. “La vita nella cooperativa non è sempre facile – sottolinea Anna –. Siamo imprenditrici di noi stesse e quando le cose non vanno bene ne risentiamo tutte”. La cooperativa, accreditata come organismo che eroga servizi alla persona presso il V dipartimento del comune di Roma, è attiva nel municipio XVII e gestisce, oltre ai servizi di assistenza domiciliare, diversi progetti di inserimento lavorativo per donne straniere e di mediazione interculturale nelle scuole. Questi ultimi prevedono alcuni servizi rivolti al bambino immigrato, come l’interpretariato linguistico. Altri sono rivolti a tutta la famiglia, e tra questi in particolare alcune attività e laboratori interculturali che coinvolgono la classe intera e uno sportello per orientamento, informazioni e sostegno psicologico. “Nelle scuole dove lavoriamo – spiega ancora Anna – si vedono dei buoni risultati in termini di inserimento del bambino immigrato e di educazione all’intercultura per tutti. Le nostre attività sono apprezzate sia dagli insegnanti sia dalle famiglie, e non abbiamo mai avuto episodi di intolleranza”.
Secondo la Stanescu il fenomeno migratorio è ormai inarrestabile ed è in continua evoluzione, avendo ormai introdotto modifiche profonde nella società. Fino a oggi le risposte delle istituzioni e della politica non sono state adeguate alle esigenze delle persone immigrate e spesso sono le donne a pagare il prezzo più alto. “Io riscontro un forte disagio tra le stesse socie della cooperativa – si rammarica Anna –. Ogni anno il rinnovo del permesso di soggiorno è un tormento, con code interminabili e mille documentazioni da riempire e dichiarazioni da fare. Queste rigidità e complessità non fanno altro che aumentare il numero degli immigrati che passano da una condizione di regolarità a una condizione di irregolarità, con conseguenze drammatiche per le famiglie immigrate”. Anna rileva come spesso le vittime di questa situazione non siano solo le donne immigrate: “A volte – spiega – ci troviamo di fronte a due soggetti deboli, da un lato la donna immigrata senza diritti, dall’altro una persona anziana che ha bisogno di cure e assistenza, ma non ce la fa ad arrivare a fine mese e non può metterla in regola”. Spesso la vita della donna immigrata è psicologicamente massacrante. “Alcune donne frequentano i nostri programmi di inserimento lavorativo solo per parlare con qualcuno e avere un sostegno psicologico. Anche se non si lamentano apertamente basta leggere nei loro occhi per trovare un forte disagio”.
Anna Stanescu e le donne della cooperativa “Risvolti”, camerunesi, peruviane, irachene, etiopi e ucraine, continuano con le loro attività ad aprire la strada a un’immigrazione consapevole, integrata e produttiva, che vede nella femminilità non un ostacolo ma una chiave di successo.

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